La collaborazione scolastica
LA COLLABORAZIONE SCOLASTICA: LA LETTERA DI LORENZO MILANI
Aes Domicilio garantisce una vasta gamma di servizi educativi a Lecco, che riguardano la persona nella sua interezza, e ogni fase della sua vita. L’attenzione che poniamo sulla educazione è centrale e in quanto tale alimenta e governa il nostro lavoro ogni giorno. Vorremmo che la scuola fosse dalla nostra parte, che collaborasse con la famiglia e con i nostri educatori, vorremmo raggiungere l’obiettivo di cooperare insieme e raggiungere risultati importanti per il bene delle generazioni future.
Oggi proponiamo la lettura di un passo tratto dalla “Lettera ad una professoressa” di Lorenzo Milani affinché riflettiamo sul senso dell’insegnamento e della lotta per contrastare le ingiustizie e l’ignoranza: questa è l’unica via per favorire la trasparenza e la correttezza come tratti indelebili della nostra società.
“Voi coi greci e coi romani gli avete fatto odiare tutta la storia. Noi sull’ultima guerra si teneva quattro ore senza respirare. A geografia gli avreste fatto l’Italia per la seconda volta. Avrebbe lasciato la scuola senza aver sentito rammentare tutto il resto del mondo. Gli avreste fatto un danno grave. Anche solo per leggere il giornale. Sandro in poco tempo s’appassionò a tutto. La mattina seguiva il programma di terza. Intanto prendeva nota delle cose che non sapeva e la sera frugava nei libri di seconda e di prima. A giugno il “cretino”; si presentò alla licenza e vi toccò passarlo.
Gianni fu più difficile. Dalla vostra scuola era uscito analfabeta e con l’odio per i libri. Noi per lui si fecero acrobazie. Si riuscì a fargli amare non dico tutto, ma almeno qualche materia. Ci occorreva solo che lo riempiste di lodi e lo passaste in terza. Ci avremmo pensato noi a fargli amare anche il resto. Ma agli esami una professoressa gli disse:- perché vai a scuola privata? Lo vedi che non ti sai esprimere?
Lo so anch’io che il Gianni non si sa esprimere. Battiamoci il petto tutti quanti. Ma prima voi che l’avete buttato fuori di scuola l’anno prima.
Bella cura la vostra. Del resto bisognerebbe intendersi su cosa sia lingua corretta. Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all’infinito. I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo. Voi dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza, parla come voi. Appartiene alla ditta. Invece la lingua che parla e scrive Gianni è quella del suo babbo. Quando Gianni era piccino chiamava la radio lalla. E il babbo serio:- Non si dice lalla, si dice aradio.
Ora, se è possibile, è bene che Gianni impari a dire anche radio. La vostra lingua potrebbe fargli comodo. Ma intanto non potete cacciarlo dalla scuola. “Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua”; . L’ha detto la Costituzione pensando a lui.>>”
Concludere con uno degli articoli fondamentali della nostra Costituzione è a nostro parere la mossa più abile che potesse fare, il messaggio che più dovremmo ripetere nelle nostre case e nelle aule scolastiche.