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La testimonianza di una badante di Lecco: il lato negativo di lasciare la propria famiglia

A Lecco ci sono molte badanti straniere che hanno dovuto lasciare la propria famiglia, perdendo così l’affatto dei propri cari.

“La prima volta che sono venuta in Italia sono rimasta solo cinque mesi. Avevo lasciato mia figlia di due anni in Romania. Sono tornata perché stare lontana da lei, per me, era troppo doloroso”, questo ciò che dice una badante romena, cioè di quella comunità di stranieri comunitari di cui l’Italia è piena (sono 1,2 milioni i romeni residenti nel territorio della Penisola).

“Sono arrivata in Italia nel 2004 per cercare un lavoro in un agenzia per badanti, volevo dare una vita migliore a mia figlia che all’epoca aveva due anni. La prima volta sono stata distante 5 mesi, poi sono rientrata perché non riuscivo a stare senza di lei. Mi sono detta: preferisco la povertà, magari mangiare un uovo, metà io e metà lei, ma la distanza era troppo dolorosa. In 5 mesi l’ho sentita 3/4 volte al telefono. All’inizio mi diceva: quando torni? Quando vieni? Poi deve aver pensato che non tornassi più, perché non mi voleva più parlare”.

La donna dell’intervista ha avuto il coraggio di scegliere la povertà ma solo fino a quando, al compimento dei 4 anni della figlia, è tornata con lei in Italia. Un lieto fine per metà, perché come lei stessa conferma, ha pur sempre lasciato la madre quasi ottantenne a casa, una donna che avrebbe bisogno di assistenza alla stregua di quelle anziane a cui le badanti in Italia danno una mano e conforto.

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Un’altra lavoratrice venuta dalla Romania per esempio, non ha avuto la fortuna o la forza di fare come la precedente. Venuta in Italia ha lasciato alla madre (la nonna dei figli), i tre bambini che aveva, di cui uno con appena un anno di età. E dopo 13 anni di lavoro in Italia, il risultato è che ha sostenuto la sua famiglia mandando i soldi a casa, ma di fatto ha perduto l’affetto dei suoi stessi figli, ormai grandi che l’accusano di averli abbandonati. E non sono pochi i figli di badanti conviventi che restati senza madre, alla lunga si perdono, lasciando gli studi o prendendo strade sbagliate. E le problematiche di vita e di lavoro di queste lavoratrici non sono mai affrontate.